Gestione e medicazione

La ferita chirurgica

Le soluzioni HARTMANN per le ferite chirurgiche

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from HARTMANN italia 27.02.2019
Una ferita chirurgica è definita come una soluzione di continuo della cute e dei tessuti sottostanti, provocata in asepsi, a scopo diagnostico e/o terapeutico.
La riparazione tissutale delle ferite passa attraverso tre fasi:

1. fase infiammatoria: è la fase in cui attraverso la vasocostrizione, la formazione di trombina e l’aggregazione piastrinica, ha inizio l’emostasi. Un ponte di fibrina rende impermeabile la ferita all’ambiente esterno e ripristina la funzione protettiva della cute. In questa fase viene anche attivata la risposta infiammatoria grazie al rilascio di mediatori dell’infiammazione in risposta all’insulto tissutale. 

2. fase proliferativa: è la fase ricostruttiva dei tessuti, caratterizzata da un’intensa attività di neo angiogenesi e deposizione di matrice extracellulare, costituita per lo più da fibre di collagene, che danno vita al tessuto di granulazione, così denominato proprio a causa del suo aspetto granuloso.

3. fase maturativa: è la fase nella quale il tessuto di granulazione viene gradualmente sostituito da tessuto epiteliale nuovo.

Guarigione delle ferite

La guarigione di una ferita chirurgica può avvenire per prima, seconda o terza intenzione.

Si parla di guarigione per prima intenzione quando i margini della ferita sono avvicinati e tenuti insieme da suture, graffe metalliche o colla chirurgica. In questi casi le ferite guariscono rapidamente, sviluppando una cicatrice lineare spesso poco visibile. 

Si parla di guarigione per seconda intenzione, quando a causa del rischio di infezione o di una perdita significativa di tessuto non è possibile accostare i margini e le ferite chirurgiche vengono così lasciate aperte. La guarigione per seconda intenzione richiede più tempo rispetto a quella per prima intenzione perché il tessuto mancante o non vitale deve essere rimpiazzato da nuove cellule; la cicatrice che ne deriva è certamente più evidente e può avere forme variabili.

Alcune ferite chirurgiche suturate normalmente possono andare incontro ad una infezione nell'immediato decorso postoperatorio. In questi casi si rende necessaria la riapertura della ferita, per detergerla e liberarla da residui organici e da tessuti necrotici; solitamente in seguito si procede nuovamente alla sutura della ferita; il tipo di guarigione che seguirà è definito per terza intenzione.

In alcuni casi, ritenuti a rischio, la ferita viene lasciata aperta in modo da permettere una guarigione per seconda intenzione.
La guarigione delle ferite è influenzata da diversi fattori sistemici e locali quali lo stato nutrizionale, la presenza di deficit circolatori o la presenza di dismetabolismi, come il diabete mellito, che ne possono ritardare la guarigione.
Per questo, nella gestione delle ferite chirurgiche è bene prendere in considerazione tutti i fattori che possono contribuire ad una ritardata o ad una mancata guarigione della stessa.

Il trattamento della ferita chirurgica

Il trattamento della ferita chirurgica ha lo scopo di ottenere un completo ripristino delle funzioni della cute, di ridurre il rischio di infezione e di rendere la ferita accettabile da un punto di vista estetico. 
Le ferite, sia che riparino per prima, per seconda o per terza intenzione, devono essere deterse prima di qualsiasi trattamento. La detersione della ferita chirurgica ne permette una corretta valutazione, riduce la carica batterica e facilita la rimozione dei detriti e dei residui della medicazione precedente. La detersione deve essere effettuata utilizzando una tecnica sterile con abbondante soluzione salina sterile. In presenza di infezione, dopo la detersione è opportuno utilizzare un antisettico.

L’antisettico scelto va applicato sulla cute e lasciato agire per il tempo necessario riportato sulla scheda tecnica ed in seguito va rimosso con soluzione salina sterile, al fine di evitare interazioni con le medicazioni applicate successivamente o insorgenza di resistenze batteriche e sensibilizzazioni cutanee.

Per ottenere una riparazione tissutale efficace, ridurre il rischio di infezione e fare in modo che la cicatrice che resta sia poco evidente è necessario scegliere il tipo di medicazione più adatto in base alle caratteristiche e alle dimensioni della ferita.


Soluzioni HARTMANN

La medicazione ideale per ferite post-chirurgiche deve:
• essere di facile applicazione
• proteggere la ferita da microorganismi o traumi che possano rallentarne la guarigione
• assorbire eventuale essudato
• tenere i margini della ferita asciutti
• mantenere la permeabilità all’aria in maniera tale che l’ossigeno raggiunga i tessuti e ne faciliti la granulazione.
• non aderire alla ferita per non provocarne la riapertura al momento della rimozione
• essere dotata di un adesivo ipoallergenico e delicato per prevenire traumi da strappo ed irritazioni cutanee

Cosmopor® E è una medicazione autoadesiva realizzata in Tessuto Non Tessuto; è dotata di un pad/tampone altamente assorbente che non aderisce alla cicatrice, ricoperto da uno strato microforato che permette il drenaggio dell’essudato e lascia traspirare la cute. 
Cosmopor® E è una medicazione morbida e delicata sulla pelle e grazie all'adesivo ipoallergenico in poliacrilato permette di evitare traumi da strappo in fase di rimozione, ed è indicato anche per le pelli più sensibili. 
È disponibile in diversi formati e misure in modo da adattarsi a qualsiasi tipo di ferita ed in qualsiasi distretto corporeo.